Tra agosto e settembre 2025 le strade di Bologna si sono colorate di immagini senza stereotipi che rappresentavano piccoli gruppi di lesbiche: era la campagna di comunicazione “Più spazio alle lesbiche”, con illustrazioni di Chiaralascura e Meriodoc scelte tra le numerose della banca immagini Fotonica. La campagna è stata realizzata dall’associazione Luki Massa e ideata da Comunicattive all’interno del progetto LESBICHE+ che prevedeva anche un convegno e la creazione di un vademecum sull’accessibilità di eventi e spazi culturali lesbici e queer.

Ne abbiamo parlato con Elisa Coco e Teresa Sala.

In che contesto nasce il progetto?

Si tratta un progetto sull’intersezione tra accessibilità e visibilità, realizzato grazie al finanziamento di EL*C (Eurocentralasian Lesbian* Community), network lesbico internazionale che porta avanti azioni politiche importanti, tra cui raccogliere fondi europei per finanziare le realtà lesbiche europee e centroasiatiche. 

A quale bisogno risponde?

All’interno dell’Associazione Luki Massa, che organizza Some Prefer Cake, da tempo ci interroghiamo sull’accesso delle lesbiche, nella loro diversità, sia ai luoghi di produzione e fruizione culturale, sia alle rappresentazioni. Quali lesbiche sono visibili e quali hanno accesso agli eventi, agli spazi e alla vita culturale LGBTQIA+? Per chi sono pensati questi spazi? Chi li attraversa, ma, soprattutto, chi manca? Queste domande ci mettono in discussione e ci danno la spinta a produrre dei cambiamenti per ampliare l’accesso e favorire la visibilità delle diverse condizioni in cui si incarna l’esperienza lesbica. Il progetto nasce da un bisogno di cambiamento culturale ampio, che parta da noi, con una tensione e attenzione costanti alla dimensione strutturale delle oppressioni, che subiamo ma anche che rischiamo di riprodurre: in un mondo abilista, razzista, grassofobico dobbiamo allenare il nostro sguardo e la nostra pratica a prevedere corpi disabilizzati, razzializzati, non conformi, che subiscono discriminazioni multiple e faticano ad avere accesso e rappresentazione anche all’interno della comunità.

A chi era rivolta la campagna?

Alla comunità lesbica, ma anche ad altre comunità e lotte. Inoltre volevamo dare visibilità alle lesbiche nel contesto cittadino. E ha funzionato: agli eventi di “Diamo spazio alle lesbiche” durante Some Prefer Cake hanno partecipato persone con e senza disabilità mai venute prima; questo per noi è un segnale molto positivo dell’efficacia della campagna.

Che impatto vi sembra abbia avuto la campagna?

Il convegno che la campagna promuoveva ha avuto un’ottima partecipazione, quindi siamo convinte che abbia attirato l’attenzione. Purtroppo anche di chi non ci ama, perché alcuni dei manifesti sono stati strappati. Ti raccontiamo due feedback interessanti: una persona ci ha scritto protestando perché avevamo rappresentato le lesbiche come grasse e pelose alimentando lo stereotipo che le lesbiche siano brutte, e questo ci fa capire quanto bisogno abbiamo di rinforzare la complessità e pluralità dell’immaginario lesbico, per evitare di riprodurre anche al nostro interno rappresentazioni stereotipate e oppressive. Mentre un’attivista lesbica ci ha raccontato la reazione della giovane figlia di una collega, in fase di scoperta di sé, che vedendo la campagna non poteva credere ai suoi occhi, elettrizzata dal trovare la parola lesbica su un cartellone pubblicitario per strada. 

In effetti le immagini erano di grande impatto, ma con pochissimo testo: perché?

Abbiamo voluto mettere al centro il corpo in modo diretto ed esplicito, usando immagini positive e giocose di corpi non conformi, spesso in gruppo, per porre l’accento sulla sorellanza, dimensione fondamentale del nostro “fare” comunità. Inoltre avevamo il desiderio di portare la parola LESBICHE in maniera molto visibile nello spazio pubblico: è una parola che ha ancora una connotazione negativa, quindi ci è sembrato trasformativo comunicarla in modo diretto in tutta la sua potenza politica.

Avete in programma altre campagne di questo tipo?

Stiamo continuando a lavorare con passione su questi temi e ci faremo presto vive con altre iniziative, tra cui una grande campagna con le altre associazioni LGBTQIA+ bolognesi.
Vi consigliamo quindi di seguire le Comunicattive e il festival Some Prefer Cake, di cui quest’anno vi abbiamo parlato qui (recensendo anche i cortometraggi e due film, qui e qui), per scoprire le novità concrete che queste riflessioni portano con sé e leggere il vademecum in uscita, strumento utile per chi organizza altri festival a tematica lesbica, trans, queer, con una postura trasversale.

Immagine in evidenza: associazionelukimassa.org