Epatite A: un quadro d’insieme
In tutta Europa, come una saetta gialla, si è diffuso nell’ultimo anno il virus dell’epatite A (HAV). Secondo un report dell’istituto superiore di sanità, a partire dal mese di agosto 2016, in Europa e nel nostro paese si è registrato un importante incremento dei casi di epatite A, che da dicembre 2016 ha subito un’ulteriore impennata. In Italia, nel periodo agosto 2016 – febbraio 2017, sono stati notificati al SEIEVA (sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta) 583 casi: un numero di quasi cinque volte maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’età mediana è di 34 anni e per l’85% dei casi è di sesso maschile. Oltre ai fattori di rischio classicamente riconosciuti (viaggi in zone endemiche e consumo di frutti di mare), un’alta percentuale dei casi (61%) riguarda persone con preferenze omosessuali.
Tra gli MSM (uomini che fanno sesso con uomini), la trasmissione avviene maggiormente tramite i rapporti sessuali, ad esempio con pratiche come il rimming. A seguito della trasmissione di HAV, vi è un periodo di incubazione di circa 28 giorni, seguito dalla fase sintomatologica che si esprime con diarrea, comparsa di ittero e ingrossamento del fegato. L’epatite A, in percentuali molto alte, guarisce in alcune settimane, con riposo a letto ed un’adeguata alimentazione, occorre inoltre riservare particolare attenzione nel lavarsi spesso le mani e nell’igiene personale. Possono tuttavia comparire delle complicazioni in alcuni pazienti. Dopo essere guariti dalla malattia, si è immuni per tutta la vita.
In un clima destabilizzante, fatto di contestazioni politiche scientificamente infondate sull’utilità dei vaccini, non è ridondante ricordare che patologie come la poliomielite o il vaiolo sono state debellate proprio da piani vaccinali eseguiti in massa. Oggi è disponibile un vaccino per l’HAV: con 2 dosi garantisce immunità con percentuali al di sopra del 93% ed è raccomandato a conviventi e partner di chi ha contratto la malattia.
Nella mia professione di medico, lavorando in particolare nella medicina generale, ho potuto riscontrare un aumento consistente di pazienti che hanno contratto l’HAV, con una particolare incidenza, anche secondo la mia personale esperienza, tra omosessuali. Non ritengo, quindi, allarmistico parlare di una vera e propria epidemia.
Testate giornalistiche e gruppi politici recriminano lo stile di vita di MSM come inadeguato e socialmente pericoloso, per farlo spesso utilizzano l’argomento dell’aumentata prevalenza di alcune malattie. In realtà, il problema è mal posto: non può e non deve essere messa sotto accusa la libertà sessuale delle persone, va invece fatto uno sforzo di consapevolezza al fine di tutelare noi stessi, il nostro piacere e le nostre pratiche. Nel piano vaccinale nazionale italiano 2017-2019, alla categoria MSM è espressamente consigliato di eseguire il vaccino per l’HAV, oltre a quello per l’epatite B e per il papilloma virus. La libertà sessuale, così come la monogamia, è uno stile di vita parimenti dignitoso rispetto agli altri, e, proprio per questo, l’autodeterminazione non può che passare per la tutela che dobbiamo riservare a noi stessi e ai nostri partner. Vaccinarsi, così come proteggersi, non è solamente una scelta personale, ma è anche un’azione di responsabilizzazione collettiva.
L’illustrazione è tratta dal Center of Disease Control and Prevention
pubblicato sul numero 26 della Falla – giugno 2017
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