La nostra artista del mese in questo dicembre 2025 è Cristina Portolano. Dal 2016 ha pubblicato con Topipittori, Rizzoli Lizard, Canicola, Centauria, Feltrinelli Comics, Corraini, Minerva, Beccogiallo, Il Battello a Vapore, Camelozampa e molte altre. Recentemente ha illustrato il libro di Lorenzo Gasparrini I ragazzi possono essere femministi? (Edizioni Settenove, 2023). Ha anche autoprodotto il volume Genitore, artista, altro… 

Noi della Falla l’abbiamo intervistata già in passato (link), ma per il mese in cui ricorre l’occasione speciale della giornata internazionale delle persone con disabilità (3 dicembre), le abbiamo dato carta bianca per il poster e l’abbiamo intervistata di nuovo.

Siamo fan del tuo lavoro: ti abbiamo intervistata anche nel 2015, e ti abbiamo seguita per tanto tempo: da allora quali evoluzioni ha avuto il tuo lavoro? 

Tantissime evoluzioni! Diciamo che mi sono perfezionata nelle tematiche e nel mio linguaggio visivo.

Anche stavolta ti abbiamo affidato un poster difficile: rappresentare la disabilità non è cosa semplice. Cosa ti ha guidata? 

Mi ha guidata l’intersezionalità: non ho voluto rappresentare la disabilità in un modo stereotipato e senza includere vari aspetti che, a volte, contribuiscono ad accentuare la discriminazione e i pregiudizi. Per esempio la classe economica, o, come si vede in questo disegno, l’etnia o le origini.

Anche tu, come noi, ti puoi definire un’attivista: come si declina il tuo attivismo? 

Mi fa piacere che mi vediate come attivista anche se non mi ci sento per niente. Se dovessi dire un aspetto in cui si declina il mio essere “attiva” in qualcosa penso che sia il disegno. Il raccontare storie di personaggi sottorappresentati o non rappresentati per nulla: è quello che mi interessa!

Il tuo pubblico include molte persone piccole e adolescenti: cosa ti guida nel creare contenuti per loro, soprattutto toccando temi come l’affettività, il corpo che cambia…? 

Mi guidano la me stessa piccola e l’adolescente che sono stata; cerco di creare storie che mi avrebbero guarita e aiutata ad orientarmi nel mondo con più consapevolezza.

Oltre a disegnare e scrivere, insegni anche: nelle nuove generazioni che incontri noti sensibilità e interesse maggiori o minori verso i nostri temi?

Le nuove generazioni mi sembrano migliori: hanno più strumenti per comprendere se stesse e il mondo e hanno molta più sensibilità ed empatia rispetto ai nostri temi. Io noto questo, almeno nelle mie studentesse e nei miei studenti, e ne sono molto orgogliosa.

Nel tuo lavoro usi spesso l’ironia e la quotidianità per affrontare temi complessi. C’è un episodio o una situazione reale che ti ha ispirata in particolare per rappresentare la disabilità in modo autentico?

Non riesco a farti esempi di situazioni reali perché non mi vengono in mente adesso ma molte personalità che vedo e seguo sui social, e le loro vite, mi aiutano a capire molte cose e, talvolta, a riaggiustare il mio punto di vista. Penso per esempio a Marina Cuollo, Giulia Lamarca, Viktoria Modesta, Tegan Vincent-Cooke, Aaron Rose Philip per i loro punti di forza e soprattutto per la loro autenticità.

E per finire con un tocco leggero: qual è il tuo animale meno preferito?

Decisamente il ragno, perché è piccolo e si può insinuare ovunque, ed è velocissimo e ambiguo. Ma anche lo scorpione: sono tutti e due piccoli e stronzi!