di Pier Paolo Scarsella
Dario Garofalo, in arte Duluoz, del segno dei Pesci (ma chiede cosa sia l’astrologia), illustratore per L’Espresso, è l’artista che ha firmato il poster di questo mese. Laureato a Bologna in Lingue e letterature straniere, dopo un soggiorno a Berlino approda in New Jersey dove studia fumetto e illustrazione alla Joe Kubert School.
Per il poster nel didietro hai sparigliato le carte, ricreando e contrapponendo agli articoli del nostro almanacco la prima pagina di giornale dedicata al tema del bullismo infantile. Da dove è nata l’idea e come gli elementi di questo poster interagiscono tra loro?
L’idea è nata dalla necessità di presentare il tema in una maniera diversa. Una sua versione futura, alternativa, parallela che si discostasse da come viene raccontata oggi. Ho preso riferimenti e ispirazione dai poeti della beat generation, del “peace and love” perché la loro visione e spinta positiva incentrata su concetti come il futuro e la rinascita mi sembrano calzanti.
Da appassionato di sci-fi e multiversi ci ha portato in una realtà futura o alternativa, certo, ma che mantiene alcuni caratteri negativi del bullismo.
Il bullismo porta con sé un intrinseco concetto di violenza su qualcuno, ed essendo un fermo sostenitore della non violenza ho provato a pensare a un’alternativa. Ho pensato quindi a un futuro migliore, in un mondo ideale: quale sarebbe quell’Evoluzione, che mi piacerebbe vedere nel mondo? Qualcosa che prenda il posto del bullismo “vecchia scuola”.
Molti dei tuoi lavori, da quello realizzato per Conigli Bianchi per combattere la sierofobia a quelli in diversi centri occupati, vedono il tema della lotta sociale centrale. Quanto è importante l’arte come strumento di rivendicazione?
Credo che l’arte e le battaglie che si possono portare avanti con essa, come espressioni di una cultura attenta verso gli obiettivi e i diritti che servono alla nostra società, siano essenziali.
Tra le molte collaborazioni, anche una con L’Espresso. A quali progetti ti stai dedicando al momento?
Messa da parte l’esperienza con L’Espresso e continuando comunque a portare avanti la mia produzione di ritratti e illustrazioni, ho cominciato anche a sperimentare altri stili di linguaggio. Al momento sto lavorando alla produzione di alcune fanzine che mi avvicinano al mondo del fumetto sia come disegnatore che come scrittore. Poi c’è in vista una collaborazione con RenBooks e Dc Comics, e ne sono molto orgoglioso.
Terminiamo l’intervista parlando di un argomento serio. Ma sotto le coperte fai il bullo?
Ahahah a volte può capitare. Dipende. Fai un cinquanta e cinquanta. Una risposta abbastanza democristiana.
pubblicato sul numero 38 della Falla – ottobre 2018
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