di Alessandro Motta

Il Catania Pride 2025 celebra i 25 anni dal primo corteo del 2000: un Pride di portata nazionale legato al World Pride di Roma. Ma cosa è cambiato da allora? Ci eravamo illuse che tutto fosse cambiato in meglio e, invece, purtroppo, è cambiato in peggio. Viviamo in un mondo più ostile rispetto a qualche anno fa, ingiusto, dove i confini della libertà si restringono ogni giorno.

Sedott3 da un modello occidentale che sembrava garantire diritti per tutt3, abbiamo finito per normalizzarci, mentre i nostri diritti venivano erosi. Oggi, parte della comunità LGBTQIA+ non si percepisce come soggetto politico e rischia di diventare massa indistinta: queer-massa, prepolitica, spoliticizzata, incapace di agire collettivamente in chiave rivoluzionaria.

Il pericolo è che la presenza queer si riduca a moda, intrattenimento, consumo. La normalizzazione trasforma la nostra forza in estetica, la nostra rabbia in brand.

Non si tratta di essere sempre arrabbiat3, ma di assumersi la responsabilità politica di ciò che siamo. Vuoi sposarti? Fallo, se lo desideri, ma non perdere lo sguardo critico. Se ti accontenti delle bomboniere, abbiamo un problema.

La queer-massa ci ricorda questo: non siamo un prodotto. Siamo una comunità. E possiamo tornare ad esserlo davvero, se ricominciamo a lottare insieme.

Foto dal Catania Pride: Abel Musarra