IL BACIO DEGLI IPOCRITI: IL (NON) CASO EGONU E DEL PERCHÉ LA STAMPA SPORTIVA CI HA DELUSE ANCORA UNA VOLTA

Fino a qualche mese fa, lo sport italiano contava un solo coming out, quello di Rachele Bruni. Dopo i Mondiali giapponesi di volley ne contiamo uno e mezzo. Perché, diciamolo, quello di Paola Egonu non è stato un vero e proprio coming out. No, Egonu, che ha appena compiuto vent’anni, ha semplicemente ammesso, con una naturalezza disarmante anche per chi viene da anni di attivismo, di aver chiamato la sua fidanzata per farsi consolare dopo la finale persa contro la Serbia.

In un’Italia come quella odierna, nella quale l’omosessualità nello sport è ancora uno dei grandi tabù, dove la pratica dell’outingè diffusissima, dove all’interno delle leghe si parla di “quattro lesbiche” e frocio è l’insulto che va per la maggiore, la candida ammissione di Paola Egonu è una notizia. Negarlo sarebbe ipocrita. Sarebbe meglio non fosse una notizia, ma, qui e ora, è una rivelazione epocale. A ricordarci in che mondo viviamo ci ha pensato la stampa sportiva italiana che, oltre a non essere ancora preparata ad affrontare il tema “sport e omosessualità”, è deficitaria anche nelle tematiche legate a donne e sport. Facile immaginare che il (mezzo) coming out di un’atleta avrebbe creato uno strano cortocircuito.

Dall’intervista rilasciata al CorSera sono passate poche settimane quando, il 10 novembre del 2018, le “pantere” dell’Imoco Volley Conegliano vincono la Supercoppa italiana contro l’Igor Gorgonzola Novara, squadra nella quale milita, appunto, Egonu. Reduci dalla sbornia mediatica post rassegna mondiale – e con mezza nazionale in campo –  ci aspettavamo in tante che a questa finale la stampa avrebbe dedicato mezza parola in più. Certo, sapevamo che lo spazio, nelle più rosee previsioni, sarebbe stato un taglio basso in prima pagina e, magari, una mezza a fine giornale. Lo sapevamo. Ciononostante, nel leggere non della cronaca della partita, ma del bacio tra la sconfitta Egonu e la compagna polacca Skorupa, ci siamo incazzate tutte parecchio. Tra i tanti, anche Paolo Fabris, presidente della Lega del Volley femminile che, in una lettera ad Andrea Monti, direttore di Gazzetta, ha chiosato: “Mettere così tanto l’accento sul bacio tra Egonu e Skorupa è sinonimo davvero di una ‘uguaglianza’ raggiunta? […] Se diciamo che è una cosa così normale […], perché riservare a essa la prima pagina (ci sarebbe stata comunque per l’evento?) e più foto rispetto alla partita giocata […] nel servizio dedicato alla grande sfida a cui abbiamo assistito?”. La risposta del direttore Monti non si è fatta attendere: “[…] Noto solo che il bacio in pubblico tra due atlete famose in uno sport così importante è, almeno in Italia, una novità forte. Giornalisticamente, insomma, la notizia c’è. Ed è da prima pagina, perché indica un cambiamento nel costume che si fa largo (faticosamente) anche nello sport. […] Il fatto che una bellissima partita sia passata in secondo piano, invece, è spiacevole. Probabilmente meritava anch’essa un titolo e per questo faccio ammenda […]. Cercare un equilibrio tra pubblico dibattito e tutela della privacy è un esercizio difficile nell’era dei social. Ma non impossibile. Riuscirci è interesse di tutti, anche e soprattutto dello sport […]”. Insomma, la briscola era a cuori e Gazzetta ancora una volta ha giocato a denari, pur facendo mea culpa e sollevando alcuni aspetti importanti. Tutto molto bello. E ancora tutto da rifare.

pubblicato sul numero 41 della Falla, gennaio 2019

foto: biografieonline.it