di Anna Cardascia

Dal prossimo gennaio la giurisdizione di New York introdurrà la possibilità di scrivere “genere x”, oltre a maschio e femmina, nei certificati di nascita. Questa scelta, dedicata principalmente agli adulti che non si riconoscono nella binarietà di genere e ai genitori di neonati intersessuali, rappresenta un passo avanti nel riconoscimento dell’identità di molti individui LGBT+. Inoltre, le persone trans* newyorkesi potranno cambiare i loro documenti senza l’obbligo di presentazione di referti medici.

Si tratta di un passo storico per l’affermazione del diritto all’autodeterminazione di tutt* noi, non solo perché ci libera del peso della medicalizzazione forzata, ma soprattutto poiché mette sullo stesso piano tutti i generi e le identità. L’avvocata che ha promosso la legge, Carrie Davis, ci ricorda che decisioni come queste siano eccezionali, dato che ci troviamo in un momento storico in cui negli Stati Uniti sono perpetrati continui attacchi ai diritti fondamentali degli esseri umani, tutti riconducibili alla presidenza Trump. New York non è il primo luogo in cui la X è diventata norma: in Oregon, California, Washington D.C. e New Jersey ci sono possibilità simili – e, per allargare lo sguardo al mondo intero, anche in Svezia, in Danimarca e a Malta.

Per quanto al momento la norma sia stata introdotta solo nella città di New York,  storicamente un esempio di libertà di espressione di genere e sessuale, è per noi, comunque, una luce a cui anelare dalla distanza della nostra triste Italia, dove il commento del nostro esimio ministro dell’Interno è stato: “Mentre in Italia stiamo lavorando per rimettere MAMMA e PAPÀ sui documenti, altrove cancellano maschi e femmine dal certificato di nascita… Non ho parole!”.