di Mizia

Ne vale la pena? L’assonanza, di per sé, dovrebbe già aiutare a sdrammatizzare uno scenario da tinte fosche, dove la tranquillità notturna si popolerebbe all’improvviso di Madri poco raccomandabili con un cerimoniere inquisitore a chiederti beffardo “Qual è la parte più brutta del tuo corpo?” e tu, davanti all’evidenza, ti augureresti che una diabolica Serpenta avvolgesse questa parte in una Spira Mortale e l’Ira di un Dio, uno qualsiasi, tanto sono tutti ugualmente stronzi vendicativi, te la incenerisse lì al momento.

In linea di massima, quel coso comunque sembra stare sempre tra le palle, nel caso ci siano. Volenti o nolenti. Per i volenti rimando all’amorevole rubrica Cuori in Fallo in altra parte de La Falla.

Per le nolenti invece, spesso lo spunto di riflessione si materializza stentoreo quando nel tepore delle coperte ti ritrovi con simpatiche manifestazioni di vivacità corporea che metteresti volentieri in mano, appunto, alla teutonica estetica dei Nuovi Edifici che Crollano.

La mamma potrà anche tormentarsi a chiedersi se tu sia un ragazzo o una ragazza ma poi, passato lo struggimento drammatico, il momento d’ira distruttrice ti rendi conto, serenamente, che quello non è nemmeno la parte del tuo corpo che aborri di più e il tuo essere ribelle ribelle prende un’altra piega. Metafisica sarcastica. Anche cinica.

Allora scendi e stringi, forse senti pulsare il turgore e constati quanto la 15138/2015 Corte Costituzionale, riconoscendo il diritto alla qualità della tua vita affrancandoti dal martirio della 164/1982, paradossalmente ti abbia tolto una scusa di conflittualità autoreferenziale. A parte comunque chi continua a soffrire perché l’incompatibilità con quel corpo estruso è purtroppo un fuoco che arde, spesso sotto le ceneri e nonostante la sabbia che puoi spargere, brucia.

Non riesci a toglierti dalla mente quell’immagine, quella sensazione di ineludibile, di polverizzazione, di un volume che si sgretola tra le mani. Svanisce. Come i castelli di sabbia che costruivi ricorrendo a mitologiche tecniche di indurimento e tenuta del materiale.

Tocchi e accarezzi quasi provando quel senso di mestizia dei paesaggi dismessi, di ruderi sgretolati. In fondo è quello che avresti sempre voluto. Anche accettando il costo del martirio. Costo vivo, proprio di vil denaro perché ognuna è storia a sé e questa sofferenza non ha mai avuto la dignità di un’assistenza certa, chiara e garantita per diritto e non a richiesta, spesso timida o timorosa. E costo vivo del dolore e del male che ognuna, a vario titolo, si è fatta ma questo non ha prezzo.

A poco, forse, vale la percezione positiva che materializzi se pensi invece la tua mano che segue una conformazione dei volumi che senti equilibrata, morbida e sinuosa, proprio come le piccole rotondità della sabbia nella quale l’affondare leggero delle dita, l’appoggiare piuttosto che impugnare, descrivono la forma del corpo nella quale ti riconosci, che senti tua.

Certo che è buffo: ti sbatti una vita per fare che quel coso non ci sia più materialmente e vivere con cognizione di causa la percezione del prima e del dopo, e poi? Realizzata finalmente anche nella tua fisicità, la tortura del beffardo inquisitore non finirebbe e ti ritroveresti in una situazione quanto meno intrigante: come sentire svanire un volume che di natura è già come se non ci fosse?

Ne vale la pena? Certo che sì. Almeno provarci. E se abbiamo dubbi, basta sfiorare un po’ la sabbia e rimodellarla. Ashes to ashes.

Playlist

Buffalo Springfield – For what It’s worth

Frank Zappa – What’s the ugliest part of your body

Einstürzende Neubauten – Kollaps

Diamanda Galas – Sono l’Antichristo

Giuseppe Verdi – Dies Irae

David Bowie – Rebel rebel

Diamanda Galas – Confessional (give me sodomy or give me death)

Einstürzende Neubauten – Perpetuum mobile

Diamanda Galas – There are no more tickets to the funeral

Frank Zappa – Torture never stops

Einstürzende Neubauten – Sand

This Mortal Coil – a piacere

Franco IV e Franco I – Ho scritto t’amo sulla sabbia

David Bowie – Ashes to ashes

pubblicato sul numero 12 della Falla – febbraio 2016

immagine realizzata da Bruma e Miele