di Francesco Colombrita

Considerato unanimemente uno dei grandi intellettuali americani dello scorso secolo, Eugene Luther Gore Vidal, ha sempre avuto il merito della sfrontatezza: ad appena 23 anni, colpito dalla perdita dell’amico di cui era innamorato, dà alle stampe La Statua di Sale, opera che rompe il tabù dell’omosessuale non stereotipato nella letteratura del ‘900; nel ‘68 racconta la storia di Myra Breckinridge, transessuale fuori dagli schemi; si candida al congresso nel ’60 come gay dichiarato; critica aspramente le derive imperialiste degli USA e dedica molti anni alla stesura di romanzi storici che ricostruiscono la storia del paese. Una vita spesa nel confronto e nel conflitto, con l’orgoglio della piena coscienza di sé e dell’impegno che occorre per costruire un domani migliore.

pubblicato sul numero 28 della Falla – ottobre 2017

immagine realizzata da Riccardo Pittioni del collettivo artistico Gli Infanti