RAPPRESENTAZIONE E DISCRIMINAZIONE NELL’UNIVERSO DEL GIOCO DI RUOLO

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Quando cresci guardando tuo padre rotolare dadi e spostare miniature su un tavolo – attorno al quale stanno seduti alcuni ragazzi che sembrano divertirsi molto – non stai neanche a chiederti se ci sarà, un giorno, un posto per te a quello stesso tavolo.

Succede e basta, quando hai l’età giusta, e così fu per la sottoscritta: quando andavo alle medie mio padre Giancarlo fu il primo master di Dungeons & Dragons per me, mio fratello e il mio gruppetto di amici. Naturale anche recarsi a Firenze, al compianto Blues Brothers di via Alamanni, per acquistare il primo set di dadi poliedrici e la prima miniatura necessari per giocare. Se ho mai ricevuto occhiate sorprese da parte dei clienti abituali di quel negozio e di luoghi simili, non ne conservo alcun ricordo.

È stato con una certa dose di incredulità che mi sono resa conto, negli anni in cui gli autori di Blade Runner immaginavano che avremmo dato la caccia agli androidi, che qualcuno dà ancora la caccia alle streghe: donne, naturalmente, ma anche persone di genere non binario e di orientamento non eterosessuale, persone trans, persone non bianche, persone con disabilità. E lo stesso atteggiamento inquisitorio viene assunto, dai reazionari, nei confronti dei prodotti culturali che parlano di, o si rivolgono a, queste minoranze (si veda, in proposito, l’articolo Sessismo e rifiuto dei cambiamenti, il lato oscuro dei nerd pubblicato nel 2018 su Wired da Lorenzo Fantoni).

Io sono fermamente convinta che il gioco di ruolo (Gdr) possa essere uno strumento potente di esplorazione dell’identità individuale e delle relazioni sociali, tanto che nel giugno 2017 ho voluto organizzare, con il Coordinamento LGBTE di Treviso, un evento dedicato a questo: Non è solo un gioco – Gioco di Ruolo e identità.

Grazie a quell’incontro ho conosciuto sia Stefano Burchi, autore del Gdr Stonewall 1969 – Una storia di guerra, sia quel filone di titoli che integrano istanze queer nelle proprie ambientazioni o regolamenti: Cuori di Mostro di Avery Alder, Blue Rose di Jeremy Crawford, Hot Guys Making Out di Ben Lehman, per citarne alcuni. Ho scoperto, quindi, che esistono giochi davvero inclusivi (e se vi interessa una panoramica più ampia e approfondita, vi rimando al bell’articolo scritto da Flavio Pintarelli per Prismo, nel 2016, Giocare a dadi col queer), che consentono a chiunque di proiettarsi all’interno dell’universo di gioco e di confrontarsi con situazioni e personaggi familiari, affini al proprio vissuto. Giochi che hanno fatto avvicinare al mondo del Gdr una moltitudine di persone in cerca di rappresentazione e inclusione, e che spesso si sono viste sbattere in faccia pregiudizi di ogni sorta. Questo mi ha spinta a proporre a Giulia Cursi, divulgatrice nel mondo del Gdr e fondatrice del gruppo per sole giocatrici Sisterhood of Evil, di creare un gruppo di ricerca sul tema della discriminazione all’interno del mondo ludico. Stufe della mancanza di dati concreti a sostegno delle opinioni espresse sui social riguardo alla rappresentazione e all’inclusione delle minoranze nei Gdr, lo scorso aprile abbiamo fondato Donne, Dadi & Dati e aperto l’omonima pagina Facebook.

Il primo passo è stato elaborare e diffondere un questionario per fotografare la community italiana del Gdr: volevamo sapere quante donne, quanti uomini, quante persone di genere non binario giocano di ruolo; ci interessava capire quale fosse stato il loro primo approccio al Gdr e quale sia la loro attuale esperienza con il gioco e con la sua condivisione.

Il sondaggio Gioco di Ruolo e Discriminazione cominciò a girare in rete e in breve tempo fummo contattate da persone di ogni genere, età e background professionale, tutte giocatrici o giocatori di ruolo che volevano saperne di più o dare una mano. Oggi, nemmeno un anno dopo, il nostro gruppo operativo conta una ventina di membri e abbiamo ricevuto oltre 4000 risposte al questionario, un numero che supera ogni nostra aspettativa. Vi racconteremo presto il lavoro sui dati raccolti, ancora in atto, e su cui costruiremo in futuro indagini ancora più mirate e approfondite: siamo ancora all’inizio del gioco!

pubblicato sul numero 43 della Falla, marzo 2019

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Aggiornamento
Dal 09/04/2019 sono disponibili i risultati della ricerca “Gioco di Ruolo e Discriminazione”.