Tutto quanto pertiene agli esseri umani è, o può essere, politica. Anche il giardinaggio: con guerrilla gardening si intende, infatti, più o meno qualsiasi forma di giardinaggio o coltivazione posti in essere per motivi politici, in genere senza avere diritti legali sul terreno su cui si opera, con modalità diverse, per esempio con o senza rapporti con la popolazione locale.

Gli scopi sono essenzialmente due: riqualificare un’area urbana, e/o produrre cibo (facendo attenzione a non coltivare su terreni tossici). Il termine è stato usato per la prima volta dall’attivista Liz Christy e dal suo gruppo Green Guerrilla, attivo a New York, nel 1973, ma in realtà azioni di questo tipo si registrano da secoli, dai diggers dell’Inghilterra del XVII secolo, allo Utah del XIX, alle piantagioni di banane dell’Honduras.

L’autodeterminazione passa anche da rastrello, falcetto e cesoie.

pubblicato sul numero 40 della Falla – dicembre 2018

immagine realizzata da Claudia Tarabella