ALLA SCOPERTA DI MISS CURVYSSIMA

Miss Curvyssima, in scena al Cassero sabato 8 luglio, è l’evento che porta ironia ma soprattutto orgoglio e consapevolezza in un campo minato come quello del rapporto con il proprio corpo, con gli stereotipi imperanti di bellezza, con le pressioni indotte (e autoindotte) che ad essi si accompagnano. In occasione di questo liberatorio concorso di bellezza, ho posto qualche domanda a Samantha Togni, ideatrice e conduttrice della kermesse.

Miss Curvyssima significa consapevolezza della propria fisicità e amore per il proprio corpo. È una sorta di “resistenza del reale” contro immaginari e stereotipi spesso troppo chimerici e utopici?

Fin dall’antichità la bellezza femminile è stata valutata sulla base di un modello estetico di riferimento che ha subito frequenti cambiamenti. Dal Rinascimentale all’Ottocento, da inizio Novecento agli anni 2000: bellezza incarnata da corpi dalle forme notevolmente differenti tra loro. Il problema sorge quando questi modelli estetici assumono un ruolo centrale imponendosi come modelli patogenetici di anoressia e bulimia: l’esposizione alla continua pressione sociale verso la dieta, al fine di conformarsi all’ideale estetico di magrezza, pone le donne di fronte a un rischio maggiore di sviluppare un grave disturbo alimentare. Nel mondo reale le bellezze taglia 38 da copertina non esistono o comunque sono ben diverse da quelle che ci vengono mostrate. In particolare in Italia, la donna orgogliosamente curvy non accetta di conformarsi a un ideale che giova solo alle passerelle d’alta moda, essa rappresenta la donna che desidera essere se stessa al di là dei pregiudizi di chi è plagiato dagli stereotipi dominanti, e chi più di una donna reale ha diritto ad avere spazio in un mondo reale?

Al netto delle proiezioni maschili del corpo femminile, le donne come vedono e come giudicano il proprio corpo?

Facciamo insieme un viaggio, catapultiamoci su un’isola incontaminata del Pacifico, lontano da passerelle d’alta moda, dove non esiste neanche la televisione. Si potrebbe pensare che qui una donna giudicherebbe il proprio corpo senza essere influenzata da nessun ideale “imposto”. Questo sarebbe vero solo se non avesse rapporti con altri uomini. La presenza di un villaggio con una sua storia e una sua cultura agirebbe sulla percezione che queste donne hanno del proprio corpo, proprio come succede qui da noi. La verità è che è necessario confrontarsi con la società in cui si vive. Nel nostro paese e nella nostra epoca storica l’ideale di bellezza passa attraverso il filtro dei mass media e il non rispecchiare un canone di bellezza imposto e a volte impossibile da raggiungere può creare stati di insoddisfazione.

Io vedo Miss Curvyssima come il momento per festeggiare la bellezza di tutte e di tutti, vogliamo chiudere l’intervista con un messaggio universale?

La bellezza non è unica, ma versatile e infinita. La vera bellezza, quella autentica, risiede dentro di noi, sta nello star bene con noi stessi e nell’accettare il nostro corpo, amandolo così come è. Esibire il corpo, mostrarlo al mondo è il primo segnale di amore verso se stessi e di accettazione di sé al di là dei canoni convenzionali sociali

pubblicato sul numero 27 della Falla – luglio/agosto/settembre 2017